ShorTS International Film Festival: Simon Calls. La pressione della felicità

In concorso per “Nuove impronte”, la prima pellicola di Marta Sousa Ribeiro sulla paranoia genitoriale per il futuro dei figli e la loro angoscia di vivere

Al Cinema Ariston di Trieste arriva anche l’anteprima italiana di Simon Calls, della regista portoghese Marta Sousa Ribeiro, in concorso per la selezione “Nuove impronte” dello ShorTS International Film Festival
Già presentato al San Sebastián International Film Festival 2020, la pellicola ha come protagonista Simon (Simon Langlois), un adolescente afflitto da un’esistenza che lo lascia profondamente insoddisfatto. È vero, questo succede a molti ragazzi, soprattutto in un’età in cui ci si sente spesso confusi, ma Simon sembra effettivamente impossibilitato a esprimere i propri stati d’animo, a trovare un sollievo alla soffocazione che avverte.

In casa è ossessionato dalle ansie della madre Rita (Rita Martins), perennemente stanca e nervosa, incapace di sentirsi felice della sua vita, cosa di cui dà costantemente la colpa ad altri, soprattutto quando si tratta della sua famiglia: per lei il marito è troppo superficiale e i figli sono un peso insopportabile e un ostacolo alla libertà. Simon infatti ha una sorella, Mariana (Mariana Achega) che è una bambina intelligente, indipendente e particolarmente polemica, con la quale ha spesso delle estenuanti discussioni. E ha un padre, Bernardo (Bernardo Chatillon), che lavora lontano e che cerca di supplire alle sue mancanze colmandole con un’espansività e una giovialità quasi adolescenziali, cosa che irrita profondamente Rita tanto che, dopo poco, chiede un’inevitabile separazione.

“Simon Calls”. Regia Maria Sousa Ribeiro

Per Simon, a questo punto, esiste solo il continuo pensiero di una fuga, di un’evasione dall’assiduo tormento che la madre gli infligge, scaricandogli sopra le proprie irrequietudini. Gli chiede spesso di “chiamare” persone (esordendo appunto con la frase “Simon chiama…”), siano queste il padre, gli amici, i responsabili di un’agenzia di viaggio. È l’ossessione di Rita per il controllo: una donna che non fa altro che sbuffare e correre dietro ai suoi impegni e il cui unico rapporto con i figli è assicurarsi che stiano studiando, tanto da chiedere pressanti e persistenti aggiornamenti sullo stato della preparazione scolastica. Il disgusto di Simon per questo instancabile richiamo lo rende infine refrattario allo studio, insensibile. Il sogno è ormai quello di andare negli Stati Uniti, lontano da tutto e tutti, fantasia ridicola nella quale ama rifugiarsi. E nella quale coinvolge il suo amico Miguel, un ribelle che però, a quanto pare, è più interessato a fare il nullafacente che a seguire davvero Simon.
Le visioni di Simon diventano sempre più alienanti, sempre più oniriche, ma è chiaro che presto o tardi queste devono fare i conti con la realtà. Bisogna rinunciare ai propri desideri di libertà oppure è meglio accontentarsi di un pallido surrogato? Forse non esiste una vera via di scampo.

“Simon Calls”. Regia Maria Sousa Ribeiro

Il primo film di Marta Sousa Ribeiro, girata ambiziosamente in tre momenti differenti (così da poter davvero riprendere i suoi protagonisti in diverse fasi della crescita) è una storia che riesce ad opprimerci, a farci sentire l’angoscia di vivere del suo protagonista. Lo sguardo vago di Simon, rassegnato alla voce di Rita che chiede continuamente di studiare e anche di trovarsi un lavoro, (perché i soldi non bastano e non può fare tutto lei), va di pari passo con il suo volto invariabilmente triste, che durante l’intero film non sorride mai. 
La regista offre uno spaccato impietoso di una famiglia che non ha problemi di lavoro, non vive in un quartiere malfamato, non soffre di vicende criminose che ne avvelenano il quotidiano. E nonostante tutto non è in grado di assaporare la felicità, non sa godere dello stare insieme, ma si contorce invece in uno stato di perenne insoddisfazione, di fatica di esistere. È un’analisi così realistica di tante problematiche attuali, e diffuse nelle metropoli occidentali, così ravvicinata, da lasciarci disturbati e inquieti, impotenti di fronte al malessere spirituale che si cela nelle nostre società.

SIMON CALLS

Sceneggiatura: Marta Sousa Ribeiro
Regia: Marta Sousa Ribeiro

con Simon Langlois, Rita Martins, Mariana Achega, Bernardo Chatillon

Produzione: Videolotion