Run. Non fidarsi è meglio

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Il thriller psicologico di Aneesh Chaganty con Sarah Paulson e Kiera Allen, tra atmosfere inquietanti, eccessivi surrealismi e velenose sorprese

In uscita nelle sale il 10 giugno, Run, thriller psicologico di Aneesh Chaganty (alla sua seconda esperienza come regista e sceneggiatore, dopo il discreto esordio nel 2018 con Changing), gode di buoni ritmi e di buone prove d’attore di Sarah Paulson e , soprattutto della sorprendente, ottima esordiente Kiera Allen.

“Run”. Regia Aneesh Chaganty

Ma andiamo con ordine. La giovane madre Diane (Sarah Paulson) cresce da sola sua figlia Chloe (Kiera Allen), la quale fin dalla nascita è affetta da gravi problemi che hanno messo in pericolo la sua sopravvivenza  dal momento stesso in cui è uscita dal grembo. 
È un’esistenza piagata da una lunga serie di disturbi e handicap che ci vengono elencati con minuzia all’inizio del film. Chloe è costretta su una sedia a rotelle, soffre di asma, ha bisogno tutti i giorni di insulina e la sua pelle va curata costantemente per via di continue irritazioni e sfoghi. 
Totalmente dipendente dalla madre (non le è concesso neppure di avere un cellulare), che si occupa di provvedere alle tante medicine e della sua istruzione – vivendo, oltretutto, immerse nei boschi – l’unica occupazione di Chloe è l’elettronica, verso la quale dimostra una notevole intelligenza e una buona dose di curiosità e iniziativa. 
Nonostante le ripetute domande di ammissione al college, e il materno controllo ossessivo, l’atmosfera in casa è però serena e il rapporto tra le due è ottimo. Fino al giorno in cui Chloe, nel tentativo di rubare della cioccolata dalla spesa, trova un nuovo farmaco destinato Diane che, però, la madre inserirà tra le sue pillole.

“Run”. Regia Aneesh Chaganty

Come mai Diane sta somministrando alla ragazza delle pillole che in realtà dovrebbero essere per lei? Inizia così una silenziosa indagine che, mano a mano, rende Chloe inquieta e dubbiosa circa le cure che sua mamma le impone da una vita, trovandosi in situazioni sempre più inquietanti: la connessione internet di casa cessa improvvisamente di funzionare, le corrispondenze tra nomi e aspetti dei farmaci, faticosamente e ingegnosamente scoperte, non tornano. La ragazza, a causa dei suoi gravi handicap, è praticamente prigioniera di qualcuno di cui si fida meno ogni ora che passa. È solo paranoia o davvero c’è qualcosa di più sinistro?

“Run”. Regia Aneesh Chaganty

L’intera vicenda di Run, come una sorta di pièce teatrale, si svolge quasi del tutto nell’isolata abitazione delle due donne le quali, salvo eccezioni, sono praticamente le uniche protagoniste. Funziona bene l’alchimia sullo schermo tra Paulson e Allen (realmente costretta sulla sedia a rotelle a causa di un passato incidente) e, soprattutto nella prima parte, si tiene alta l’attenzione per quello che diventa un mistero sempre più intrigante. A parte questi indubbi pregi, però, alcuni passaggi richiedono allo spettatore uno sforzo probabilmente eccessivo nel sospendere la sua incredulità, specialmente quando i pezzi del puzzle devono andare a posto in tutta fretta e quando certe svolte narrative creano episodi fin troppo surreali.

Tuttavia, vedere una persona svantaggiata in contesti pericolosi, usare il suo acume per oltrepassare gli ostacoli che la sua condizione comporta, ci ricorda un genere oggi meno visitato e film del passato come i 23 passi dal delitto e Gli occhi della notte con Audrey Hepburn (ma siamo su altri livelli, naturalmente).
Dunque, se proviamo a chiudere un occhio su alcune circostanze via via più grossolane, che ne minano il valore complessivo, abbiamo alla fine un titolo che, pur non essendo un capolavoro risulta interessante e meno banale di tanti thriller di questi anni. Se non altro per un finale che riesce a nascondere fino all’ultimo una velenosa sorpresa.

RUN

Sceneggiatura:  Aneesh Chaganty, Sev Ohanian
Regia:  Aneesh Chaganty

con: Sarah Paulson, Kiera Allen

Produzione: Lionsgate
Distribuzione: Lucky Red