Rewind | The Host. Bong Joon Ho e il mostro sociale

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Disponibile su Netflix la pellicola del regista coreano premio Oscar per Parasite. Un viaggio tra contagi virali, creature fantastiche e (peggiori) colpe umane

Durante l’ultima notte degli Oscar, per qualcuno può essere stata una sorpresa la vittoria del regista sudcoreano  Bong Joon Ho con il suo Parasite. Eppure si tratta di un prolifico autore che già da anni si fa notare in patria (e non solo) per alcuni titoli certamente originali e vincenti al botteghino. È il caso, per esempio, del premiatissimo monster movie The Host, che nel 2006 stabilì il nuovo record d’incassi in Corea del Sud e che forse è il caso di recuperare su Netflix in queste lunghe giornate di quarantena.

“The Host”. Regia Bong Joon Ho

Su ordine di un superiore americano, l’impiegato di un’azienda nei pressi del fiume Han getta nei lavandini del laboratorio una enorme quantità di formaldeide (nota anche formalina, un battericida altamente inquinante). Lo smaltimento illegale della sostanza ha un effetto devastante e imprevisto: è infatti la causa di un’orrenda mutazione che genera un essere anfibio. Questo si evolve per anni, dando origine a misteriosi avvistamenti tra i pescatori fino al giorno in cui, acquisite ormai enormi dimensioni, decide di attaccare l’ignara popolazione con esiti spaventosi. Tra le decine di morti, c’è anche la giovanissima Hyun-seo (Go Ah-sung), figlia di Park Gang-du (interpretato qui da Song Kang-ho, vero attore-feticcio del regista, presente anche in Parasite nel ruolo dell’astuto capofamiglia). 

“The Host”. Regia Bong Joon Ho

Gang-du lavora nel chiosco sul lungofiume che appartiene al padre Hee-bong (Byun Hee-bong), ha problemi cognitivi e per questo è il bersaglio di risentimento o poca considerazione da parte del fratello Nam-il (Park Hae-il), brillante e laureato, e da parte della sorella Nam-joo (Bae Doona), una campionessa di tiro con l’arco di livello nazionale. L’intera famiglia è riunita alla commemorazione funebre delle vittime dell’attacco del mostro, quando agenti del governo decidono di mettere tutti i sopravvissuti in quarantena. A loro dire, la creatura sarebbe non solo estremamente aggressiva, ma anche portatrice di uno strano e sconosciuto virus che potrebbe aver infettato chiunque si fosse trovato nelle sue vicinanze. 
Quando Gang-du riceve conferma che la figlia è ancora viva ma prigioniera nella tana del mostro, decide, con il padre e i fratelli, di fuggire dall’ospedale in cui erano stati condotti, iniziando così una disperata ricerca che è anche una corsa contro il tempo e una fuga dalle autorità che li braccano quali potenziali untori. Militari americani compresi i quali, forse, hanno qualcos’altro da nascondere.

“The Host”. Regia Bong Joon Ho


Bong Joon Ho firma anche la sceneggiatura di un film intelligente che, sebbene paia dalle premesse un ennesimo rifacimento dei tanti B-movie che affollano oggi le piattaforme digitali, diventa inaspettatamente un’amara satira sociale. Durante la vicenda non mancano infatti temi molto cari al regista, quali ad esempio le complicazioni affrontate dalle classi più deboli, le ingiustizie economiche, gli effetti a lungo termine che sulle persone hanno le continue privazioni, le speranze sempre frustrate e le difficoltà che non sembrano avere mai fine. Gang-du, ad esempio, deve i disagi mentali che l’affliggono non a un’intrinseca stupidità, ma a problemi di denutrizione e traumi vissuti da piccolo, poiché il padre era troppo povero per potergli badare adeguatamente.
Suo fratello Nam-il è un ex attivista, simbolo del fallimento dei movimenti studenteschi che non hanno ottenuto nulla dalle loro battaglie, poiché il paese continua a essere gestito da politici poco trasparenti e spesso asserviti alla presenza statunitense sul territorio. La critica ai militari a stelle e strisce, per nulla velata, è dovuta anche alla premessa dell’intera vicenda ispirata a famosi fatti reali, accaduti nel luglio 2000 e oggetto di grande scandalo a Seoul.

“The Host”. Regia Bong Joon Ho

Il personale di una base USA, durante quell’estate, riversò nelle fogne della città una grande quantità di formaldeide, avvelenando il fiume e dimostrando che, esattamente come si vede nel film, questi non avevano grandi riguardi nei confronti della popolazione locale e non avevano problemi a cercare poi di nascondere le loro responsabilità. 
Le difficili giornate vissute dai Park hanno quindi come sfondo una popolazione confusa, in balìa di notizie allarmanti e abilmente pilotate, schiava di decisioni altrui e calpestata anche quando decide di scendere in piazza per protestare. La lotta dell’inascoltata e sfortunata famiglia, sebbene abbia motivi privati, diventa nonostante tutto una battaglia che viene fatta per chiunque, perfino i più abbienti che li detestano, li opprimono, gli danno la caccia o gli mentono quando più fa comodo. Attenzione al gran finale, che nei film di Bong Joon Ho non è sempre felice e lineare. Quando tutti i nodi vengono al pettine, non è detto che il nemico più pericoloso sia proprio la letale creatura, quella sì imparziale nella scelta delle sue vittime.

THE HOST

Sceneggiatura: Bong Joon Ho, Won-jun Ha e Chul-hyun Baek
Regia: Bong Joon Ho

con Song Kang-ho, Byun Hee-Bong, Park Hae-il, Bae Doona, Go Ah-sung

Produzione: Chungeorahm Film, Sego Entertainment
Distribuito da: Showbox Entertainment