Picard 2. Se Star Trek va a pezzi

La seconda stagione della celebre serie di fantascienza, disponibile su Prime Video, è un intreccio di incongruenze dal risultato disastroso

Avevamo lasciato l’ammiraglio Jean-Luc Picard (Patrick Stewart) ormai defunto e poi resuscitato in un corpo artificiale, felice di essere al comando di una piccola nave, “La Sirena”, e di un equipaggio esiguo ma fedele. 

Per qualche motivo, delle premesse della prima, controversa stagione qui non c’è più traccia. L’ammiraglio è ora di nuovo integrato nella Flotta Stellare, come lo sono quasi tutti gli altri protagonisti. Il comandante Raffi (Michelle Hurd) è perfino riuscita a convincere il romulano Elnor (Evan Evagora) a diventare un cadetto e Cristobal Rios (Santiago Cabrera) è nientemeno che capitano del nuovo vascello “Stargazer” (sì, lo stesso nome di quello su cui Picard iniziò la carriera quasi un secolo prima). L’agile nave “La Sirena” è ora nelle mani di Sette di Nove (Jeri Ryan), unica a non far parte della Flotta Stellare, che ha ripreso la sua carriera di ranger spaziale. 

Star Trek: Picard 2

Proprio la “Stargazer” di Rios è chiamata a indagare su una strana anomalia cosmica dalla quale emerge una terrificante nave Borg, la spaventosa razza cibernetica che vive assimilando e distruggendo una dopo l’altra ogni civiltà della galassia. Mentre il maggior numero di unità da combattimento si riuniscono per affrontarla, la dottoressa Agnes Jurati (Alison Pill) scopre che il messaggio che stanno lanciando gli alieni è in realtà una richiesta di vedere Picard. Quando l’anziano alto ufficiale raggiunge il luogo della crisi, una misteriosa regina Borg, la cui identità è celata da una maschera, si teletrasporta a bordo della “Stargazer” e ne prende immediatamente il controllo, minacciando così il resto dell’umanità. In un estremo atto di sacrificio Picard ordina l’autodistruzione della nave ma, con sorpresa, la successiva esplosione lo fa risvegliare in un universo alternativo, uno in cui la Federazione Unita dei Pianeti è un regime fascista volto a schiavizzare e massacrare le altre razze. 

C’è lo zampino di Q (John de Lancie), entità potentissima e quasi divina, che a quanto pare sta mettendo su l’ennesimo gioco crudele ai danni di Picard, come spesso accadeva nella storica serie Star Trek – Next Generation (1987-1994). È necessario riunire Rios, Raffi, Elnor e Sette di Nove (che in questa dimensione è addirittura presidente!) per cercare di capire come rimettere a posto il corretto flusso spazio-temporale. L’unico indizio lo dà una regina Borg catturata, la quale indica come punto focale su cui intervenire un enigmatico avvenimento del 2024, ovvero un momento particolarmente triste per la Terra, piagata da ingiustizie sociali e un ecosistema al collasso. Una volta fuggiti, i nostri tornano quindi indietro nel tempo per cominciare una disperata indagine, con pochissimi elementi su cui lavorare e le lancette dell’orologio che corrono inesorabili. Le macchinazioni di Q, col passare dei giorni, si rivelano sempre più sinistre, mentre Picard e la sua squadra devono fare i conti con una società violenta e per nulla ospitale. La posta in gioco è altissima.

Star Trek: Picard 2

È un prologo complesso da raccontare, ma la storia, se possibile, si complica ancora mano a mano che i dieci episodi di questa tormentata stagione mettono (troppa) carne al fuoco. Nelle serie classiche questa è un’avventura che avrebbe potuto occupare due o tre capitoli al massimo, qui invece le sottotrame si moltiplicano fino a diventare un intreccio che si lascia per strada parecchi interrogativi e incongruenze. Creando anche un errore di continuity non da poco, viene gettata nella mischia perfino la figura della quasi immortale Guinan, (originariamente interpretata da Whoopi Goldberg, che compare in un cameo, e qui sostituita dalla giovane Ito Aghayere), che in questo oscuro 2024 non conosce Picard, mentre dovrebbe farlo fin dal diciannovesimo secolo. Gestisce sempre un bar, è molto più arrabbiata della sua versione originale e viene utilizzata dagli autori per farci alcune prediche sul mondo in cui stiamo vivendo. Già, la politica qui la fa da padrona ed è un altro dei gravi problemi di questo prodotto. Una volta Star Trek mostrava certamente elementi del tutto attuali su cui interrogarsi, è quello che fa la buona fantascienza (dunque non Star Trek – Picard), ma veniva fatto in modo tale da presentare un quadro ampio, uno su cui si poteva riflettere, fare le debite valutazioni e soppesare le varie possibilità. Ora gli sceneggiatori preferiscono schierarsi in modo deciso, proporre personaggi e situazioni in modo manicheo, così da non lasciare alcun dubbio su ciò che è “giusto” e quello che invece è certamente “sbagliato”. 

L’ambientazione del 2024, perciò quasi contemporanea per noi, aumenta in modo esponenziale tale tendenza, ormai comune a tutti i nuovi prodotti Trek, snaturando quello che è sempre stato un elemento portante di questo universo narrativo fin dal 1966: anno di debutto della prima, storica stagione. 
Ci troviamo allora di fronte degli immigrati sempre buoni ma sempre vessati da un governo spietato i cui poliziotti (invariabilmente bianchi) si divertono a picchiare e maltrattare chi deve essere arrestato e rimpatriato. Ci troviamo di fronte l’ambiente in malora tra l’indifferenza di chiunque. Ci troviamo di fronte le fragilità umane schiacciate dalla pressione del dovere imposto da altri. Si tratta di elementi non per forza sbagliati, ma che andrebbero gestiti in modo meno infantile, meno scoperto, meno “sbattuto in faccia” e più articolato. 

Star Trek: Picard 2

Ritorna Brent Spiner, che in Next Generation interpretava l’androide Data, nei panni dell’ennesimo parente del dottor Soong (colui che costruì Data a propria immagine e somiglianza), qui impegnato a disegnare una versione negativa di figura paterna e di corrotto scienziato. Per motivi che non vengono mai spiegati un’altra aliena ha le fattezze di Laris (Orla Brady), la domestica di casa Picard che è anche il nuovo, tormentato interesse amoroso dell’ammiraglio, ma che qui è Tallinn, appartenente a una sorta di ordine di guardiani galattici della continuità temporale. 

La trama principale avanza dunque in mezzo a una lunga serie di assurdità, come per esempio assassini ricercati che si trovano per un giorno intero dietro l’angolo (sì, letteralmente), astronauti che vengono assegnati a missioni delicatissime pur soffrendo di gravi forme depressive, due sole donne in grado di uccidere una dozzina di mercenari addestrati in campo aperto e armate solo di un coltello e chi più ne ha più ne metta. Quando finalmente viene svelato il vero movente del piano di Q, i danni fatti alla linea temporale da questo scalcinato gruppo di eroi sono notevoli anche se, giunti a questo punto, probabilmente qualsiasi spettatore ha smesso di farsi domande su quello che gli sceneggiatori hanno combinato. 

Star Trek: Picard 2

Vengono alterati addirittura alcuni capisaldi della “mitologia” Trek, inclusa la natura dei Borg e le loro motivazioni. Impossibile non disperarsi di fronte allo scempio di ciò che è sempre stato Star Trek, diventato una fiera dell’assurdo, politicizzato e banalizzato. Alex Kurtman, il deus ex machina che c’è dietro alle nuove serie, come l’ignobile Discovery o la serie animata Lower Decks, ha già dichiarato in passato che considera questo “franchise” una semplice piattaforma per veicolare messaggi e si vede. Purtroppo, a quanto pare, nello sciagurato processo creativo c’è anche la pesante influenza dello stesso Patrick Stewart, misteriosamente impegnato a fare a pezzi uno dei personaggi più amati di tutta la sua ammirevole carriera. Picard, un uomo (anzi un androide, anche se gli sceneggiatori se lo sono scordato) di quasi cento anni, qui deve fare ancora i conti con i suoi traumi infantili, con una madre squilibrata di cui decide di ricordarsi solo adesso: un po’ tardino per affrontare la propria infanzia. Ma nel frattempo finisce per minare la sanità mentale di noi spettatori che abbiamo avuto il coraggio di vedere tutta questa disastrosa stagione.
Star Trek è morto.

Star Trek: Picard 2

Creatori: Akiva Goldsman, Michael Chabon, Kirsten Beyer, Alex Kurtzman, con Patrick Stewart e Alison Pill

Stagioni: 2

Produzione: CBS Studios

Distribuito da: Amazon Prime Video

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