Nido di vipere. Il veleno del denaro

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Il film d’esordio di Kim Yong-hoon, dal 15 settembre in sala: tre storie per tre personaggi e un’oscura, drammatica parabola nel ventre criminale coreano

Vessato dal direttore dell’albergo in cui lavora, Joong-man (Sung-Woo Bae) conduce una vita infelice. Un giorno, nei locali della sauna a disposizione degli ospiti della struttura, trova per caso una borsa piena zeppa di soldi. Potrebbe essere la soluzione ai guai che affliggono il protagonista di Nido di vipere, fil d’esordio del coreano Kim Yong-hoon (nelle sale italiane dal 15 settembre). La svolta a una vita segnata da una precaria situazione economica, un ristorante fallito alle spalle, una madre con problemi di Alzheimer. Neanche la moglie, con il suo modesto lavoro di addetta alle pulizie, riesce a far quadrare i conti.

“Nido di vipere”. Regia Kim Yong-hoon

Ma da dove arriva la borsa e di chi sono tutte quelle banconote? Per saperlo, dobbiamo seguire le altre due storie che ci riserva questa oscura parabola ambientata nel ventre criminale coreano. Tae-young (Jung Woo-sung) è un impiegato della dogana ed è nei guai fino al collo: la sua compagna ha contratto un grosso debito con un boss criminale, il signor Park (Man-sik Jeong), salvo poi sparire abbandonando lo sventurato alle ire del pericoloso malvivente che, ovviamente, ora intende rifarsi su di lui. I soldi da trovare però sono troppi e il tempo stringe. La disperazione lo spinge quindi a cercare di raggirare un suo ex compagno di scuola che, dovendo fuggire dal paese, si è rivolto a lui per ottenere dei documenti falsi. 

“Nido di vipere”. Regia Kim Yong-hoon

Infine c’è la triste esistenza condotta da Mi-ran (Hyeon-bin Shin), una prostituta che viene ripetutamente picchiata e abusata dal marito. Quando la ragazza riesce a far innamorare di sé un suo cliente, intravede la possibilità di avanzargli una richiesta azzardata: uccidere il marito violento e poi spartirsi la cospicua assicurazione sulla vita dell’uomo. In aiuto arriverà anche la bella e spregiudicata direttrice del bordello, Yeon-hee (Jeon Do-yeon) che, forse, nasconde altri segreti. 
Ognuna di queste storie andrà a complicarsi in modo inaspettato, precipitando i personaggi in un vortice sempre più drammatico. Incastrandosi l’un l’altra come tessere di un puzzle letale, seguendo il percorso della maledetta borsa di denaro, le tre vicende daranno forma ad un terribile labirinto da cui non sembrerà esserci via d’uscita.

“Nido di vipere”. Regia Kim Yong-hoon

Alla regia di questa appassionante e contorta tragedia criminale c’è Kim Yong-hoon, qui anche in veste di sceneggiatore. Il suo è un riuscitissimo tentativo di adattare per il cinema il romanzo giapponese, Waranimosugaru Kemonotachi di Keisuke Sone (letteralmente “Bestie che si aggrappano a cose di poco conto”).
Brillantemente recitato, il film segue senza sosta le traversie dei tre sfortunati protagonisti i quali, essendo delinquenti improvvisati, finiscono per commettere innumerevoli errori nel cercare di uscire vivi dal disastro in cui si sono cacciati. Da ognuno di questi madornali sbagli scaturiscono ulteriori problemi, ancora più gravi, risucchiando nel loro miserabile gorgo anche amici, amanti, parenti, astuti poliziotti e malcapitati innocenti che si trovano al posto sbagliato nel momento sbagliato. E i passaggi di forte tensione si alternano i toni da commedia nera, tingendo di grottesco umorismo le situazioni angosciose che si sovrappongono in rapida successione. 
Nido di vipere è un godibile racconto avvelenato dove i colpi di scena non mancano; una prova che conferma l’attuale periodo d’oro del cinema coreano.  

NIDO DI VIPERE (BEASTS CLAWING AT STRAWS)

Regia: Kim Yong-hoon
Sceneggiatura: Kim Yong-hoon

con Sung-Woo Bae, Jung Woo-sung, Hyeon-bin Shin, Jeon Do-yeon, Man-sik Jeong

Produzione: Megabox Plus M
Distribuito da: Officine Ubu

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