Nichelle Nichols, in viaggio verso le stelle

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Scomparsa l’interprete di Star Trek che rese il personaggio di Nyota Uhura un’intramontabile icona pop. L’annuncio comunicato via social dal figlio: «La sua luce rimarrà per sempre una fonte d’ispirazione»

La sera dello scorso 31 luglio 2022 ci ha lasciati a 89 anni Nichelle Nichols, attrice da tutti ricordata per il suo celebre ruolo di Nyota Uhura, ufficiale addetta alle comunicazioni a bordo della nave Enterprise di Star Trek.
L’annuncio della scomparsa è stato dato dal figlio Kyle Johnson tramite social, pratica ormai comune da qualche anno a questa parte. Poche, sentite parole:

Amici, fan, colleghi, Mondo

Mi dispiace informarvi che una grande luce nel firmamento non brilla più per noi come ha fatto per tanti anni.

La scorsa notte mia madre, Nichelle Nichols, è morta per cause naturali. La sua luce, tuttavia, come le antiche galassie che vengono osservate ora per la prima volta, rimarrà così che noi e le generazioni future possiamo gioire, imparare e trarre ispirazione da essa.

La sua è stata una vita ben vissuta e come tale un modello per tutti noi.

Io e il resto della nostra famiglia vorremmo apprezzare la vostra pazienza e indulgenza finché, piangendo la sua perdita, non saremo nuovamente in grado di parlare dopo esserci sufficientemente ripresi. I suoi funerali saranno celebrati con i membri della famiglia e con i suoi amici più stretti e chiediamo che vengano rispettate sia lei che la nostra privacy.

Lunga vita e prosperità,

Kyle Johnson

Il suo è stato certamente un personaggio che è entrato nell’immaginario collettivo, non solo statunitense: una vera icona pop. La prima serie di Star Trek, quella nota come “l’originale”, ha debuttato nel 1966 e il suo creatore, Gene Roddenberry, ha sempre visto il suo universo fantascientifico come un futuro ottimista e positivista dell’umanità (concetto brutalmente tradito dalle ultime, pessime serie Trek). 

Dunque, su un’astronave della Flotta Stellare, in questo mondo progressista e avanzato, egli ha desiderato vedere non solo una donna in veste di ufficiale sul ponte di comando, ma addirittura una donna di colore. Una mossa azzeccata e al tempo stesso azzardata in quegli Usa razzisti degli Anni Sessanta, dove persecuzioni, linciaggi e segregazione nei confronti della popolazione afroamericana erano ancora all’ordine del giorno.
Nichelle Nichols non ha mai rinnegato il suo ruolo, si è sempre dedicata con gioia ai tanti incontri con i fan che, da cinquant’anni a questa parte, sono continuati con regolarità. Almeno fin quando la salute non ha preso ad abbandonarla: già nel 2015 aveva sofferto di un infarto da cui, fortunatamente, era riuscita a riprendersi ma a causa del quale aveva dovuto diradare di molto le sue apparizioni pubbliche.

Dopo le prime due stagioni del telefilm, aveva avuto un breve ripensamento: l’enorme popolarità del momento l’aveva spinta a pensare di fare altro, di avvicinarsi a Broadway. A farle cambiare idea, per sempre, fu nientemeno che Martin Luther King: presentatosi a lei come il suo “più grande fan”, il celebre leader era rimasto sconcertato nell’apprendere che la Nichols aveva comunicato a Roddenberry l’intenzione di mollare tutto. In fondo, l’attrice aveva cominciato come ballerina e cantante ed era sui palcoscenici che intendeva tornare, poco avvezza ai set televisivi.
King le aveva parlato a cuore aperto, spiegandole come fosse di fondamentale importanza la sua presenza su quell’astronave: «È così che dovremmo essere visti. Tra trecento anni è qui che saremo. Stiamo marciando. E questo è il primo passo. Quando vediamo te, vediamo noi stessi e ci vediamo intelligenti e belli e orgogliosi. Accendi la televisione e arrivano i telegiornali e ci vedi marciare pacifici, vedi la pacifica disobbedienza civile, però poi vedi i cani e gli idranti. Ma sappiamo tutti che non possono distruggerci perché sappiamo anche che siamo lì nel 23° secolo».

Inutile dire che di fronte un tale accorato discorso, Nichelle Nichols è tornata a essere Uhura per una terza stagione, quella che ha concluso la serie originale, rendendosi addirittura protagonista, assieme al capitano Kirk di William Shatner, di uno dei primi baci interrazziali mai visti in tv durante l’episodio “Umiliati per forza maggiore” (“Plato’s Stepchildren” in originale). 

Quindi, dal 1979, ha interpretato ben sei film di Star Trek, mentre la sua Nyota Uhura scalava la gerarchia della Flotta Stellare arrivando sino ai gradi più alti. Finché, nel 1991, con “Rotta verso l’ignoto”, il primo, storico equipaggio dell’Enterprise ha dato definitivamente l’addio al suo pubblico. 
La sua vita terrena è terminata, ma per Nichelle Nichols il viaggio verso le stelle è appena cominciato.