Morrison. Se la (sola) protagonista è la musica

Il nuovo film di Federico Zampaglione, al cinema dal 20 maggio, è la storia (con qualche pecca) di un’amicizia e una grande passione. Con le notevoli interpretazioni di Lorenzo Zurzolo e Giovanni Calcagno

Arrivato al suo quarto lungometraggio, dopo aver esplorato i territori del noir, dell’horror e del thriller, Federico Zampaglione decide di approcciare un mondo che conosce assai bene: quello della musica. Sì, perché in Morrison (in sala dal 20 maggio), ispirato al suo romanzo Dove tutto è a metà (Mondadori), scritto a quattro mano con Giacomo Gensini, la musica regna sovrana e ne domina anche l’aspetto cinematografico e visivo.
Un’esperienza dove il lato uditivo è anche ben soddisfatto dalla buona qualità delle canzoni e delle melodie, le quali lo rivestono di un’aura indie rock che gli dà spessore narrativo e lo rende affascinante, oltre a regalargli una giusta contestualizzazione dei tempi correnti che vive la musica, dove il successo è misurato dai followers dei social e non più dalle vendite dei dischi

“Morrison”. Regia Federico Zampaglione

La narrazione è affidata a due personaggi, i quali fanno un ponte tra i musicisti di oggi e quelli di un tempo: il ventenne Lodo (Lorenzo Zurzolo), frontman dei Mob, un ragazzo introverso che tenta di fare strada nel mondo della musica; e Libero Ferri (Giovanni Calcagno), stagionato e arricchito cantautore in declino che non riesce più a ritrovare la vena artistica di un tempo. I loro destini si incrociano influenzando a vicenda le proprie esistenze caratterizzate dalla preponderante presenza della musica. 
Quando si parla di musica che domina sul film, lo si intende anche a livello narrativo: in Morrison la trama spesso non segue un filo logico e strutturato, ma va libera, un po’ come i versi di una canzone o un assolo di chitarra, e non è affatto un caso se il leader dei Tiromancino ha definito il suo Morrison come un nuovo pezzo della sua band.
Una scelta molto interessante, ma che spesso si rivela spiazzante nel corso della visione. Lo spettatore impegnato a capire il nesso tra gli eventi che capitano ai due protagonisti si ritrova un po’ confuso, visto che spesso questo non esiste. I fatti che coinvolgono i due protagonisti sono decisamente casuali, poco pensati e – si ipotizza – scelti come semplici varianti imprevedibili della vita. Pensandoci su, si può notare come la sceneggiatura privilegi il racconto di due percorsi nel mondo della musica, senza soluzioni di continuità. 

“Morrison”. Regia Federico Zampaglione

Da un lato c’è il tentativo di scalare il successo (vedi Lodo); dall’altro c’è il vivere – con difficoltà – l’affermazione musicale vista come terreno pieno di insidie e dettato da troppi soldi, troppe comodità e facili inciampi nel “blocco dello scrittore” (vedi Libero Ferri).  A questo si aggiungano anche i lati negativi del music business: i compromessi per mantenere viva la celebrità e la distruzione da parte dei personaggi (influenti e non) dell’ambiente musicale di un autore qualora non sforni più pezzi all’altezza del passato. 

Parlando poi di interpretazione, per il ruolo Libero Ferri si riconosce una grande performance di Giovanni Calcagno, che comunica il sincero stato d’animo di un musicista fallito in preda a se stesso e alle sue insicurezze. Interessante anche il lavoro di Lorenzo Zurzolo, che riesce a trasmettere il sentimento di irrisolutezza e il caos interiore dell’affacciarsi all’età adulta. Tuttavia, è doveroso aggiungere che non si intravede un’approfondita scrittura sui loro ruoli, oltre che nella sceneggiatura; ed è lecito pensare che i due protagonisti abbiano dato ampio sfogo all’improvvisazione.

“Morrison”. Regia Federico Zampaglione

D’altronde, l’improvvisazione pare essere uno spirito che imperversa in Morrison, un po’ come un riff di chitarra aggiunto a un brano ultimato. Improvvisazione che forse manda un po’ alla deriva il discorso di un film con una stilistica ammaliante e ben differente da quello che si vede solitamente nel nostro cinema. E c’è da aggiungere che lo sperimentalismo, che complessivamente decora il film, si adatta anche ai dialoghi tendenti al cliché e ai molti messaggi (visti e rivisti) che ammiccano al concetto “la vita senza musica sarebbe un errore”. 
Però, in conclusione, sebbene possa disorientare, Morrison è anche in grado di riservare sorprese interessanti, oltre a un appassionato punto di vista sulla scena musicale indie e non.

MORRISON

Un film di Federico Zampaglione

con: Lorenzo Zurzolo, Giovanni Calcagno, Carlotta Antonelli, Giglia Marra
e con Riccardo De Filippis e Adamo Dionisi

Produzione: Pegasus Entertainment, Qmi