Last Christmas. Classico natalizio tra buona comicità e cliché

La commedia romantica diretta da Paul Feig con le ammirabili Emilia Clarke ed Emma Thompson: grandi risate, sferzanti battute ed eccessi retorici

Londra, periodo natalizio. Kate – diminutivo di Katarina -, alias Emilia Clarke, è una giovane di origini serbe che sogna di diventare cantante e che ha come idolo George Michael. Goffa, pasticciona e dedita all’alcol e al sesso occasionale, Kate fa fatica a mettere ordine nella sua vita e si sente una fallita infelice; almeno fino a quando conosce il misterioso e affascinante fattorino Tom (Henry Golding) che le ridarà sorriso e voglia di riscattarsi. 

“Last Christmas”. Regia Paul Feig

Su questi presupposti si sviluppa Last Christmas (in sala dal 19 dicembre), frutto di un lungo e desiderato progetto dell’attrice Emma Thompson, che è anche autrice di soggetto e sceneggiatura. Un film che presenta numerosi cliché natalizi ed è coperto dalla preminente influenza del Canto di Natale di Charles Dickens. Tuttavia, il lavoro non delude per diverse ragioni, tra le quali, la prova di Emilia Clarke.
La star di Game of Thrones offre un’interpretazione di altissimi livelli. Il suo personaggio Kate è irresistibilmente simpatico con i suoi guai e la sua goffaggine; anzi, è qualcosa di più: è assolutamente verosimile, forzature ed eccessi compresi. Inoltre, tra gag divertentissime e battute memorabili, la Clarke riesce a regalare al suo personaggio tante e curiose sfumature che stimolano l’empatia di chi la guarda, e, cosa non indifferente, dimostra anche una certa bravura nel canto che le permette di rivisitare con efficacia la musica – fondamentale – di George Michael

“Last Christmas”. Regia Paul Feig

Non a caso il titolo è diretto riferimento alla hit natalizia del cantante scomparso tre anni fa ed è un leitmotiv ricorrente del film, le cui parole rivestono il focus centrale della storia. Ciò riesce a dare corpo e spirito a personaggi, storia e pellicola ed è un costituente ben piazzato e mai ridondante.
Piuttosto, a non aggiungere particolare qualità al progetto, ci pensano l’eccessiva retorica dei buoni sentimenti, la ritrovata felicità e riscoperta del piacere dello spirito natalizio e i ricongiungimenti familiari sotto le feste, dandoci la fastidiosa sensazione del già visto e sentito troppe volte. In particolare, i dialoghi quando si fanno più seri sono fin troppo conditi di paroloni filosofici sul sapersi accettare e sulla non esistenza di una normalità, ascoltati già in tutte le salse in migliaia di film.

“Last Christmas”. Regia Paul Feig

Discorso diverso, invece, per quanto riguarda i toni comici e ironici: Last Christmas quando decide di farci ridere lo fa bene e con successo. Merito in gran parte della verve comica della Clarke, ma anche dei contesti presenti nel film dove l’arruffata protagonista dà il meglio di sé, soprattutto in compagnia dell’effervescente Thompson, interprete dell’ansiosa e tradizionalista madre di lei: un contenitore pieno di battute dissacranti e poco politicamente corrette, che fanno ridere a crepapelle e che probabilmente sono il punto più alto della comicità del prodotto.

Le risate sono anche causate dai buoni, seppur marginali, inserimenti dei personaggi comprimari, tra cui la severa e sarcastica proprietaria del negozio dove lavora Kate, che detiene un largo campionario di prodotti natalizi di pessimo gusto strapieni di ilarità, e i simpaticissimi senzatetto, figure non meno importanti per lo sviluppo narrativo del film. E si può dire che la narrazione sia interessante per una buona metà del film, fino a bloccarsi su situazioni fin troppo classiche che non offrono grosse sorprese e che non permettono alla pellicola di distinguersi dagli altri prodotti di genere.

“Last Christmas”. Regia Paul Feig

Considerazione rivolta anche alla regia di Paul Feig, che opta per inquadrare luoghi insoliti della capitale britannica pur rispettando pienamente i film di stampo natalizio e ritraendo una Londra più attraente che mai. Da segnalare anche il ruolo molto insipido del personaggio di Tom, che è comunque è ben impersonato da Henry Golding, capacissimo di darne fascino e curiosità. Infine un piccolo appunto: c’è anche un inserto sulla questione Brexit, che, però, risulta poco utile se non necessario ai fini delle storie e dei percorsi personali dei personaggi.

In sostanza, Last Christmas, anche se con molti difetti che non lo eleggono tra i più memorabili film natalizi, merita comunque una visione. Non mancheranno risate, sorrisi e gradevolezza complessiva, il che suggerisce da un lato una buona scrittura e produzione, dall’altro una non troppo rigida considerazione delle criticità e dei punti deboli. Il che significa: poteva essere un film più valido di quello che è. 

Last Christmas

Sceneggiatura: Emma Thompson, Bryony Kimmings

Regia: Paul Feig

con: Emilia Clarke, Henry Golding, Michelle Yeoh, Emma Thompson 

Produzione: Feigco Entertainment

Distribuito da: Universal Studios