La ragazza con il braccialetto. Una freddezza che sconvolge

Tra i banchi del tribunale, la storia di una diciottenne accusata di omicidio. Il film di Stephane Demoustier dallo stile rigido e la notevole interpretazione dell’esordiente Melissa Guers

Vincitore del prestigioso Premio Cesar per la miglior sceneggiatura non originale, La ragazza con il braccialetto (in sala dal 19 agosto) è un legal drama francese che prende ispirazione dalla pellicola Acusada, incentrata sul processo della diciottenne Lise, accusata dell’omicidio della sua migliore amica. 
Il regista Stephane Demoustier prende le distanze dal film argentino eliminando il caos mediatico per concentrarsi solo sul processo di Lise (Melissa Guers)e sui suoi aspetti più segreti. Si percepisce così un’intimità che viene Demoustier sceglie di esprimere attraverso i moltissimi primi piani della protagonista e dei personaggi secondari: la cinepresa è quasi sempre “addosso” a Lise e ai genitori per osservare da vicino le loro emozioni durante l’ingarbugliata fase del procedimento giudiziario. 

“La ragazza con il braccialetto”. Regia Stephane Demoustier

Ma la storia processuale non è fine a se stessa. Diventa piuttosto uno sfondo narrativo che si apre a indagini e riflessioni sugli adolescenti di oggi. Infatti, molto spazio viene dedicato alle abitudini e agli atteggiamenti di Lise e dei suoi coetanei. Con sgomento e incomprensione dei più grandi, si definisce il ritratto di una generazione a modo suo completamente libera, che, però, affronta sentimenti, sesso e abuso di alcool senza particolare preoccupazione: quasi fosse un disinteressato gioco o una mera attività fisica. E la stessa indifferenza la si nota nell’atteggiamento di Lise, sia in tribunale sia in casa. La ragazza risponde spesso alle domande scomode dell’accusa con una lucida freddezza che quasi sconvolge, e i suoi lunghi silenzi agli interrogativi circa il suo stato d’animo rispetto alla morte dell’amica spiazzano corte e pubblico. Ma più di tutti, a restare stupefatti sono i genitori: ignari di come si comporti fuori casa, di quanto sia per loro irriconoscibile – a tal punto da dubitare della sua innocenza. Dubbi imponenti che spesso percepisce anche lo spettatore.

“La ragazza con il braccialetto”. Regia Stephane Demoustier

La ragazza con il braccialetto riesce a coinvolgere con efficacia il pubblico, seppur senza grandi sussulti e colpi di scena; d’altronde è volontà del regista raccontare una vicenda con una forte aderenza alla realtà limitando il più possibile la sensazione di finzione cinematografica. Allo stesso modo, Demoustier opta per uno stile molto rigido e sobrio che sembra rimandare a una pièce teatrale: decisamente lontano dai virtuosismi e dai dinamismi iperbolici rintracciabili in molti prodotti americani ambientanti in aule giudiziarie, dove la macchina da presa è quasi sempre in movimento e le inquadrature si susseguono in montaggi serrati. Demoustier di prediligere il punto di vista dello spettatore: vuole farci vivere in prima persona il dibattimento.
A questo si aggiungono da un lato l’eccellente accuratezza della messa in scena che ritrae con dovizia di particolari il funzionamento del processo legale; dall’altro la lodevole prova dell’esordiente Melissa Guers nella difficile parte di Lise: un nome da segnarsi per il futuro, data la già notevole perfomance dell’attrice francese in questa sua primissima volta sullo schermo. 

LA RAGAZZA CON IL BRACCIALETTO

Scritto e diretto da Stéphane Demoustier 

con Roschdy Zem, Melissa Guers, Anaïs Demoustier, Chiara Mastroianni 

Distribuito da: Satine Film

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