Chi ha paura di It?

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In attesa dell’uscita (a settembre) di It: Capitolo 2, seconda tappa dell’opera horror tratta dal romanzo cult di Stephen King, riscopriamo il primo episodio della terrificante saga

Difficile portare un romanzo come It al cinema. Quella che è probabilmente l’opera più famosa dello scrittore Stephen King, è infatti una lunga e complessa narrazione che abbraccia decenni di storia dell’immaginaria cittadina di Derry, e ne descrive le sue più oscure paure, i suoi abitanti, i suoi segreti e le sue disgrazie.

“It”, regia Andrés Muschietti

Il regista argentino Andy Muschietti firma quindi un coraggioso tentativo cinematografico dalla lunga gestazione (la prima sceneggiatura è ormai del 2009), sfruttando un’ottima capacità tecnica, una sorprendente resa visiva del film, sia nella fotografia che nelle scenografie, e una convincente interpretazione dei suoi attori. Basta a riportare sullo schermo un’opera letteraria così iconica? Cominciamo col dire che si è deciso di dividere la storia in due capitoli: la prima prende come riferimento solo la parte iniziale del libro per meglio concentrarsi sullo spirito dell’ambientazione e sui personaggi centrali della storia, qui ancora adolescenti. La seconda parte del romanzo è invece oggetto dell’altro film in imminente uscita, intitolato It: Capitolo 2.

Una buona idea, considerando l’ampio respiro dell’intera vicenda e il rischio che c’era, volendo raccontarle entrambe, di comprimere eccessivamente la narrazione. Si è scelto inoltre di cambiare l’epoca in cui sono ambientate le vicende letterarie, la fine degli anni Cinquanta, portando invece il film agli anni Ottanta (nuova era mitologica della cultura pop, non solo cinematografica), sfruttando forse il successo di serie tv come Stranger Things, di cui non a caso è presente uno dei protagonisti, il promettente Finn Wolfhard.

“It”, regia Andrés Muschietti

I fatti narrati in It prendono le mosse da alcuni efferati omicidi che, con una cadenza regolare, ogni ventisette anni hanno luogo in quel di Derry. Le vittime, quasi sempre bambini, sono massacrate con particolare brutalità. Uno di questi è Georgie, il fratello più piccolo di Bill, uno dei protagonisti. Questo traumatico evento scatena una serie di conseguenze e sarà proprio Bill, mano a mano, ad intuire grazie ai suoi amici che la faccenda è molto più ampia e che l’assassino di Georgie è lo stesso che da decenni terrorizza la città. Un assassino che agisce travestito da clown e che, forse, non è neanche un uomo… Decideranno di chiamare il loro nemico It appunto, un’entità senza sesso, senza identità e mostruosamente letale. E senza svelare troppo a chi ancora non conosce pienamente la trama, possiamo dire che si tratta di una lunga guerra, lunga perfino decenni: una guerra che non lascerà tutti i protagonisti illesi.

Nonostante i meriti, l’impegno, e l’ovvia passione impiegata nella realizzazione del film, premiato in modo indiscutibile dal successo strepitoso al botteghino, non sembra però di vedere una pellicola indimenticabile, né particolarmente diversa da tanti altri titoli horror passati in questi anni al cinema. I personaggi del film, un manipolo di ragazzini ribattezzati dai loro coetanei “i perdenti”, sono ridotti il più delle volte a una serie di stereotipi, di macchiette. Personalità prive di spessore che non riescono ad imporsi allo spettatore se non per una loro caratteristica fisica o per un loro tic, una loro fissazione: c’è quello pauroso, c’è quello che dice un sacco di parolacce, c’è il ragazzino di colore e quello ebreo, c’è il grassone. Parziale eccezione la fa l’unica ragazza del gruppo, Beverly, interpretata da una brava Sophia Lillis, meglio caratterizzata e meglio sviluppata rispetto ai suoi compagni d’avventura.

La vicenda che nel libro è oscura, profonda, intimistica e vissuta come un rito di passaggio dai protagonisti durante una lunga e sanguinosa estate, è qui ridotta a un susseguirsi di episodi orrorifici, quasi slegati, basati su antiquati cliché, sulla ricerca per il facile salto sulla poltrona, su espedienti già visti in mille altri film di genere.
Più che spaventati, si finisce per essere annoiati da quelle che sono situazioni che di sorprendente hanno davvero poco, arrivando al non avvincente scontro finale con il desiderio finalmente di uscire dal cinema.
Speriamo di vedere maggiore coerenza narrativa e maggiore originalità nel secondo capitolo rispetto a questo film che, nonostante le buone premesse, sa di occasione persa.

 

IT
regia: Andrés Muschietti

soggetto: Stephen King
sceneggiatura: Chase Palmer, Cary Fukunaga, Gary Dauberman

con Bill Skarsgård, Jaeden Lieberher, Wyatt Oleff, Jeremy Ray Taylor, Sophia Lillis, Finn Wolfhard, Jack Dylan Grazer, Chosen Jacobs, Jackson Robert Scott, Nicholas Hamilton, Owen Teague, Logan Thompson, Jake Sim, Javier Botet, Tatum Lee, Steven Williams, Stuart Hughes, Megan Charpentier, Stephen Bogaert, Joe Bostick

produzione: Warner Bros. Pictures, New Line Cinema, RatPac-Dune Entertainment, Vertigo Entertainment, KatzSmith Productions, Lin Pictures