Arrivedorci!

Gli ultimi anni di attività di Stanlio & Ollio in una storia nostalgica, malinconica e crepuscolare, per un’indimenticabile amicizia e sodalizio artistico

Stanlio e Ollio sono probabilmente la coppia comica più famosa della storia del cinema. I loro film, girati a decine, sono celebri in tutto il mondo, i loro volti inconfondibili, le loro gag indimenticabili. Eppure, la fine della loro carriera ha avuto toni malinconici e crepuscolari, ben lontani dallo scintillìo degli anni Trenta, il loro periodo di maggior successo.
La pellicola di Jon S. Baird, basata sul libro The British Tours, del biografo A.J. Marriot, ci racconta proprio i momenti difficili dei primi anni Cinquanta, quando il cambio dei tempi, l’arrivo della tv, l’imporsi di nuovi comici sulla scena e, soprattutto, l’età e i problemi di salute, resero la vita artistica di Stan Laurel ed Oliver Hardy molto complessa.

“Stanlio & Ollio”. Regia Jon S. Baird

Nelle impegnative parti dei due grandi comici troviamo John C. Reilly nei panni di Ollio (Gangs of New York, Walk Hard, Carnage) e Steve Coogan come Stanlio (Coffe and Cigarettes, Finding Amanda, Shepherds and Butchers).
Il film, attentamente girato, parte non a caso con un bellissimo piano sequenza lungo alcuni minuti, ambientato in un momento felicissimo per i due, il 1937, e che segue Stanlio e Ollio dal loro camerino, lungo i viali degli studios e infine sul set del film I fanciulli del West. Poi, dopo una lite con il produttore Hal Roach, che avrà forti ripercussioni, mentre si comincia a girare la scena del loro celebre ballo, la narrazione ci porta avanti di sedici anni, nel 1953, di fronte a un albergo di terz’ordine di una sperduta cittadina inglese. Questo stacco molto forte ci dà immediatamente la sensazione che qualcosa è cambiato, profondamente e non in bene.
Le scenografie, curatissime, ci immergono in una vicenda che dimostra come anche due star mondiali di primo livello possono incontrare momenti difficili in un mondo effimero come quello dello spettacolo. Registicamente non viene lasciato nulla al caso: abiti, oggettistica, inquadrature, ci restituiscono un’epoca in modo magistrale.
Vale da sola la potente scena in cui Stan Laurel osserva, minuto e sconsolato, un manifesto del film Viaggio al pianeta Venere di Gianni e Pinotto, un cartellone che giganteggia su di lui a significare una forte avanzata del cinema moderno di fronte alla quale neanche un autore e attore come lui può sperare di opporsi.
L’intera opera funziona non solo grazie a questi elementi, ma anche per via delle grandi prove attoriali dei protagonisti: colpisce in particolare il modo in cui Steve Coogan è stato capace di riprendere e restituirci l’incredibile mimica che era di Stan Laurel.

“Stanlio & Ollio”. Regia Jon S. Baird

Durante il racconto, Stanlio e Ollio faticano inizialmente a riempire i piccoli teatri in cui si esibiscono, salvo poi scoprire di essere ancora capaci di divertire, di brillare sul palcoscenico, riuscendo con fatica a vedere ancora arridergli gli ultimi favori del pubblico. Ma soprattutto, scoprono cosa davvero li lega e quanto c’è di reale nella loro amicizia dal momento che, negli anni passati, nonostante il grande successo, le loro vite private raramente si sono incrociate, finendo per essere una coppia comica apparentemente unita solo in modo professionale.
Notoriamente, il genio creativo dietro i film di Stanlio e Ollio era Stan Laurel che, infatti, passava giorni a lavorare e a scrivere gag e sceneggiature. Oliver Hardy, più pigro creativamente, si dedicava a una vita maggiormente mondana ma si impegnava con elevatissima abilità e professionalità nel momento in cui bisognava dare vita alle idee di Stan.
Ci vorrà quindi il lungo e faticoso tour britannico, il doversi appoggiare l’uno all’altro in un momento di grande difficoltà, per mettere da parte le vecchie incomprensioni e per far scoprire ai due che nel loro pluridecennale rapporto c’è molto più di un semplice nome sulle locandine cinematografiche. Soprattutto quando la salute di Oliver inizia seriamente a peggiorare ed è tempo di concludere il tour sbarcando in Irlanda e stringendo i denti.
Una storia intensa, estremamente nostalgica e profondamente umana che coinvolge e fa riflettere.

Non si può chiudere però, avendo parlato di ottime prestazioni attoriali, senza citare Shirley Henderson e una fantastica Nina Arianda che interpretano rispettivamente le mogli di Oliver Hardy e Stan Laurel, Lucille e Ida. Dal momento in cui raggiungono i mariti nel Regno Unito, esse diventano parte integrante della vicenda, l’esatto completamento dei loro mariti e lo specchio delle tensioni e delle aspettative spesso deluse che sono racchiuse nella sfiancante sequenza di esibizioni teatrali. Ma sono anche il primo sostegno di Oliver e Stan nei momenti più difficili.
Godiamoci una splendida sequenza finale che ci restituisce la grandezza di due favolosi attori. Cala il sipario. Applausi.

 

STANLIO & OLLIO
Regia: Jon S. Baird

Soggetto: dal libro di ‘A.J.’ Marriot
Sceneggiatura: Jeff Pope

Con: Steve Coogan, John C. Reilly, Shirley Henderson, Nina Arianda, Danny Huston, Rufus Jones, Susy Kane

Produzione: BBC Films, Fable Pictures, Sonesta Films, Entertainment One

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