American Night. Arte, strizzatine d’occhio e originalità

Il film d’esordio di Alessio Della Valle, presentato al 78° Festival del Cinema di Venezia, è un thriller che unisce il mondo della malavita newyorkese a quello dell’arte, per scene pulp, gangster bizzarri e antieroi affascinanti

Metti un capo dei capi della mala newyorkese col debole per la pittura; aggiungi un mercante d’arte (un po’ misterioso) che è il migliore nell’individuazione dei falsi e il furto della Marilyn di Andy Warhol che farà da cortocircuito delle loro vite. Il risultato è American Night, ovvero l’opera d’esordio del fiorentino Alessio Della Valle: un thriller/noir di produzione nostrana che però ha ben poco di italiano. Sì perché la pellicola sprizza cinema britannico e americano da tutti i pori, e non solo per il cast artistico quasi tutto anglofono o per l’ambientazione di una New York che rimanda ai film di Abel Ferrara e Paul Schrader.

“American Night”. Regia Alessio Della Valle

L’americanismo, spesso strabordante e sopra le righe, è dovuto più da una struttura narrativa e visiva che s’ispira agli stili di Quentin Tarantino e Guy Ritchie: momenti pulp, erotismo, retrogusto asiatico con scene di arti marziali (presenti anche citazioni di Bruce Lee e di Lao Tzu), gangster bizzarri e antieroi affascinanti e buffi. E va aggiunto un montaggio adrenalinico pienamente azzeccato che procede con il veloce susseguirsi di colpi di scena – che, spesso, si arriva anche faticosamente a seguire.

Questo lavoro presentato alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia, richiede un certo, costante sforzo allo spettatore per star dietro agli alti ritmi narrativi. Ritmi presentati in un contesto stilistico persino troppo roboante e colorito ma che, comunque, ben si sposa con una storia tutta concentrata sull’arte e sulla ricerca del dipinto famosissimo (e qui ricorda molto il RocknRolla di Guy Ritchie). Così, i destini del boss Frank Rubino (Emile Hirsch) e il popolare e magnetico critico d’arte John Kaplan (Jonathan Rhys Meyers) s’intrecciano in un racconto tripartito che può rimembrare la classica struttura a tre atti, nonostante una composizione cronologicamente discontinua che rischia anche di confondere lo spettatore.

“American Night”. Regia Alessio Della Valle

Il caos, d’altronde, è un elemento cardine in questa storia ed è ricordato anche nei dettagli delle inquadrature e nelle affermazioni e disquisizioni sulla relazione dell’artista con la vita. Per quanto caotico, comunque, il nostro Alessio Della Valle sa dove andare a parare nella sua palpitante costruzione narrativa e ci mostra un film con una sceneggiatura solida ed efficace, al di là dei forti richiami a Pulp Fiction, The Snatch e Slevin

E alla validità della sceneggiatura si aggiungono una eccellente prova del comparto tecnico e artistico. La messa in scena è esplosiva ma pure dotata di estro artistico non banale con piccoli momenti meni dinamici che fanno dell’inquadratura una cornice per dipinti mozzafiato; senza parlare di scenografie, costumi e montaggio che caratterizzano una colorata ma anche cupa New York in pieno rispetto dei canoni del genere. In ambito recitativo, invece, spiccano un tormentato e seducente Jonathan Rhys Meyers, un divertente Fortunato Cerlino nei panni del maldestro corriere Shaky, e una misurata e dolente Paz Vega nel ruolo di Sarah, fidanzata di Kaplan; e sebbene a tratti sia molto convincente, c’è qualcosa da appuntare al troppo forzatamente folle boss di Emile Hirsch.
American Night è dunque un po’ troppo debitore delle influenze tarantiniane e ritchiane ma diverte ed è piacevolmente scorrevole; e porta con sé una bella ventata di freschezza nel panorama del cinema di genere italiano. 

AMERICAN NIGHT

un film di Alessio Della Valle

con Jonathan Rhys Meyers, Paz Vega, Emile Hirsch, Jeremy Piven, Fortunato Cerlino, Anastacia, Michael Madsen, Annabelle Belmondo, Alba Amira Ramadani, Lee Levi, Maria Grazia Cucinotta, Marco Leonardi

Prodotto da: Martha Production, Pegasus Entertainment e QMI con RAI Cinema

Distribuito da: 01 Distribution

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