The Families of Man

Dal 28 maggio al 10 ottobre, al Museo Archeologico Regionale di Aosta, una mostra intorno all’uomo e alla società degli ultimi trent’anni, con 50 fotografi italiani coinvolti per un centinaio di opere

Promossa dall’Assessorato Beni culturali della Regione Autonoma Valle D’Aosta, la mostra fotografica The Families of Man, ideata e realizzata dalla casa editrice Electa e curata da Elio Grazioli e Walter Guadagninidal prossimo 28 maggio al 10 ottobre al Museo Archeologico Regionale di Aosta, condurrà i visitatori all’interno di grandi temi antropologici e sociali degli ultimi decenni.

Saranno coinvolti circa 50 fotografi italiani tra i quali Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Jacopo Benassi, Gianni Berengo Gardin, Paola De Pietri, Mario Dondero, Andrea Galvani, Francesco Jodice, Armin Linke, Adrian Paci, Antonio Rovaldi, Ferdinando Scianna, Oliviero Toscani, Toni Thorimbert, Franco Vaccari, Paolo Ventura, Massimo Vitali, per un centinaio di opere. Un grande affresco sulla contemporaneità storica, sociale, economica, ambientale degli ultimi trent’anni: dalla caduta del muro di Berlino all’attuale pandemia (che ha iscritto il 2020 tra le date storiche dell’umanità). 

L’indagine da cui muove l’esposizione ha dato vita nel corso degli anni a numerose letture: archetipo di tutte è la mostra fotografica The Family of Man ideata da Edward Steichen (1955, New York, MoMA) a cui il titolo del progetto di Aosta rimanda. Presentata in piena guerra fredda e dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, The Family of Man fece il punto su di un’epoca di cambiamento e venne pensata per celebrare la dignità umana. 
L’esposizione al Museo Archeologico Regionale di Aosta, guardando a quel modello leggendario in un contesto storico e culturale radicalmente diverso, organizza la narrazione intorno a due assi portanti: cronologico (1989-2000; 2001-2019; 2020) e tematico (la fine della modernità; il mondo connesso; la pandemia), per dare vita a un racconto per immagini dei più significativi sviluppi della società tra fine Novecento e primi decenni del Duemila, a partire dal cambiamento dell’immagine dell’uomo e di ciò che lo circonda. 
Il progetto, ideato in un periodo di inattesi mutamenti, rilegge l’ideale impostazione della mostra degli anni Cinquanta, in una chiave più esplicitamente sociale, all’interno della quale la presenza dell’uomo è costantemente posta in relazione con l’evoluzione della società, a partire dagli eventi culturali, politici, tecnologici – in particolare quelli dal più alto valore simbolico, oltre che concreto – che hanno determinato la formazione del mondo così come lo esperiamo oggi. 

Ferdinando Scianna, “Marpessa on the stairs”. Caltagirone, Sicilia

In mostra si alterneranno fotografie di cronaca a fotografie di ricerca, comprendendo tutti i generi, così da restituire al visitatore tanto il clima del periodo quanto l’evoluzione del linguaggio fotografico, strettamente legato anche agli sviluppi tecnologici oltre che alla società che i fotografi vivono, descrivono e interpretano. 
Nel percorso espositivo, il progetto di allestimento e di grafica (rispettivamente a cura di Massimo Curzi e Leonardo Sonnoli) renderà omaggio alla mostra americana del 1955, ricercando un’assonanza architettonica con The Family of Man attraverso una reinterpretazione del concetto di sovrapposizione delle superfici impiegato nel progetto del MoMA, con lo scopo di sovvertire la prospettiva del pubblico: da spettatore ad attore. Il visitatore arriverà così, in un gioco continuo tra osservazione e partecipazione, all’ultima sala del percorso dedicata alla mostra-evento di New York. Uno spazio che, attraverso una installazione grafico-visiva densa di frammenti di documenti, immagini, personaggi e autori, luoghi e Paesi, rievoca il messaggio universale di The Family of Man

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa (italiano/francese) che, oltre ai saggi dei due curatori, comprende un testo di taglio storico e documentario di Silvia Paoli dedicato alla mostra del MoMA, e un contributo di Daria Jorioz che attraversa i diversi temi dell’esposizione di Aosta.
Le sezioni fotografiche, riproposte nel libro secondo il medesimo ordine di mostra, sono corredate da brevi scritti che trattano di società, diversità di genere, tecnologia, sperimentazione virtuale, religioni, ed ecologia nell’arco temporale degli ultimi trent’anni. I testi sono stati affidati a undici autori, studiosi ed esperti quali Roberta Carlini, Marco Belpoliti, Giorgio van Straten.