Maria Lai, il gioco dell’arte

Una serie di retrospettive per celebrare una delle figure più carismatiche del Novecento, pioniera dell’arte relazionale

In occasione dell’anniversario per i cento anni dalla nascita, Maria Lai viene definitivamente consacrata tra le artiste che hanno lasciato un’impronta fondamentale nell’arte contemporanea del nostro Paese, e non solo, grazie a una serie di mostre – al MAXXI di Roma, a Palazzo Lanfranchi a Matera, alla Stazione dell’Arte di Ulassai e all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi – che ne svelano il grande magnetismo, la forte vitalità, l’innocente giocosità e la grande sensibilità con cui ha trasformato strumenti della quotidianità, quale il filato, in veri e propri medium espressivi e artistici.

La mappa di Colombo, 1983, filo, stoffa, cm 122 x 170. Collezione Fondazione Stazione dell’Arte. Foto Tiziano Canu. Courtesy Fondazione Stazione dell’Arte

Nata nel 1919 a Ulassai, piccolo paese nel cuore della Sardegna più selvaggia, incontaminata e lontana dagli sfarzi e dal clamore delle mete turistiche, Maria Lai attingerà per tutta la sua carriera dalle storie, dai miti e dalle leggende tramandate oralmente in questi territori. Gli incontri, più o meno difficili, con differenti esponenti del mondo culturale di inizio secolo (in particolare il conterraneo Salvatore Cambosu, che la avvicinerà al mondo della poesia, e il maestro di scultura Arturo Martini conosciuto durante gli studi a Venezia), condurranno l’artista a sviluppare un percorso personale capace di intrecciare elementi moderni e cultura popolare.

Un linguaggio artistico stratificato, generato dal costante allontanamento e avvicinamento alla terra di origine, che pone l’accento su elementi comuni: i pani, i telai e i libri ricamati attingono dalla quotidianità e dalla dimensione familiare per essere riletti in chiave contemporanea e avanguardista, divenendo espressione di nuovi concetti e significati. Una sensibilità che parla dell’appartenenza a due minoranze: la prima, derivata dalla provenienza geografica, caratterizzata da una dimensione isolana in cui persistono fortemente tradizioni arcaiche, la seconda legata al genere. Come scrisse la poetessa, artista e curatrice Mariella Bentivoglio: «È un riscatto pubblico dello spazio privato finora riservato alla donna».

Fiabe intrecciate, metallo, 2007, La Stazione dell’Arte, Ulassai. Foto Elisabetta Loi, Sergio Melis, Arasolè. Courtesy Fondazione Stazione dell’Arte 

Se l’esposizione Trama doppia. Maria Lai, Antonio Marras, inaugurata lo scorso 8 dicembre presso il Museo nazionale di arte medievale e moderna della Basilicata a Matera, offre la possibilità di indagare il dialogo decennale tra artista e stilista, è attraverso la grande retrospettiva di oltre 200 opere, aperta al pubblico dal 19 giungo presso il MAXXI – Museo delle Arti del XXI Secolo di Roma, che si può cogliere pienamente la complessità poliedrica di Maria Lai. Un processo produttivo perfettamente espresso dalle parole stesse dell’artista, svelate in una video intervista presente in mostra: «Quando mi sono ritrovata fuori dal mondo dell’arte, che ho rifiutato, ho ricominciato a giocare, come quando ero bambina, con tutti i materiali a portata di mano».

Ciò che non so, 1984, filo, stoffa, tempera, cm 20 x 15. Collezione privata, Milano.
Courtesy Nuova Galleria Morone e Archivio Maria Lai
© Archivio Maria Lai by SIAE 2019  

Un riferimento alla “crisi poetica” avvenuta nel 1957 e durata circa dieci anni, che l’ha condotta a indagare l’utilizzo di materiali e processi differenti e a sperimentare la contaminazione tra parola, espressione grafica e medium tessile in una serie di libri cuciti. Diari di riflessione sul proprio vissuto e sulle relazioni collettive, segni semi-illeggibili che rimandano alla pre-alfabetizzazione, all’infanzia, ai racconti della tradizione tramandati oralmente.
Leggende che ritornano anche nelle opere ante litteram di arte relazionale, realizzate a partire dagli anni Ottanta nel paese di origine Ulassai, che oggi ne preserva i segni e gli archivi grazie alla presenza della fondazione-museo Stazione dell’arte. Opere effimere ma significative, come Legarsi alla montagna del 1981, un grande monumento in memoria dei caduti trasformato in un inno alla vita, che coinvolse tutti gli abitanti del paese. Un progetto dalla grande valenza antropologica e dall’efficace ritualità collettiva, capace di produrre un segno, diverso dal memoriale, in ricordo di un evento tragico per una comunità. Un progetto complesso, che racchiude al suo interno tutti gli elementi del lavoro di Maria Lai: il racconto come espressione di significati universali, il pane concepito come elemento denso di riferimenti culturali e il tessuto/filo quale strumento di connessione e relazione. E ovviamente, il gioco dell’arte.

Maria Lai. Tenendo per mano l’ombra
23 giugno 2019 – 09 febbraio 2020

Maria Lai. Lente sul mondo
21 dicembre 2019 – 22 marzo 2020

Museo Stazione dell’Arte Maria Lai
Ex stazione ferroviaria Ulassai – Ogliastra

Orari:
aperto tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30

Biglietti:
adulti: euro 6,00
bambini (0-12 anni): gratis
scolaresche (gruppi > 10): euro 4,00

Maria Lai. Tenendo per mano il sole
19 giugno 2019 – 12 gennaio 2020

MAXXI – Museo delle Arti del XXI Secolo
Via Guido Reni 4a, Roma 

Orari
martedì, venerdì e sabato: 11 – 20
mercoledì, giovedì e domenica: 11 – 19

La biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
Giornate di chiusura: tutti i lunedì e 25 dicembre

Trama doppia. Maria Lai, Antonio Marras
8 dicembre 2019 – 8 marzo 2020

Museo Nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata
Palazzo Lanfranchi – Piazzetta Pascoli, Matera

Orari:
Tutti i giorni: 9 – 20
mercoledì: 11 – 20
Giornate di chiusura: 25 dicembre e 1° gennaio

Biglietti:
Passaporto per Matera 2019

Maria Lai. Suivez le rythme
5 dicembre 2019 – 10 gennaio 2020

Istituto Italiano di Cultura
50 Rue de Varenne, Parigi

Orari:
Dal lunedì al venerdì: 10 – 13 e 15 – 19

Biglietti:
Ingresso libero

Recommended articles