MANN, Collezione Magna Grecia
Dopo vent’anni di chiusura, riapre al pubblico la Collezione Magna Grecia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con 400 reperti e un viaggio sull’integrazione culturale nell’Italia meridionale preromana
Le radici storiche e sociopolitiche dell’Italia meridionale si raccontano dopo vent’anni di silenzio – a causa della chiusura del 1996 – nella Collezione Magna Grecia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Dall’11 luglio l’allestimento progettato dal professor Enzo Lippolis, e curato da Paolo Giulierini e Marialucia Giacco, presenta un unicum nel panorama museale internazionale con oltre 400 opere testimoni del retroterra sociale, politico, religioso e artistico nella Campania preromana.
La mostra, composta da diverse aree tematiche, ha come fil rouge la complessità della coesistenza tra le comunità radicate nel Sud Italia. Dall’VIII sec. a. C. alla conquista romana, il percorso all’interno dell’identità culturale della Magna Grecia conduce il visitatore tra alcune sepolture di Pithekoussai (Ischia) e Cuma (databili tra la seconda metà dell’VIII e gli inizi del VII sec. a. C.), con gli oggetti appartenenti ai corredi funebri quali rappresentanti dell’antica convivenza fra indigeni e greci in Campania.
Si scopre poi l’universo mitico e religioso con architetture sacre che dimostrano l’influenza delle migrazioni sulla cultura magnogreca; si ammirano vasi attici figurati (crateri, anfore, coppe, vasellame in bronzo) e si conoscono popolazioni di origine italica (campani, sanniti, lucani e apuli) che, sul finire del V sec. a.C., si sostituirono ai greci nell’amministrazione delle città più importanti, definendo nuove forme di organizzazione sociale per nuovi assetti ideologici e culturali. Ne sono un esempio il consistente nucleo di materiali provenienti da Ruvo, Canosa e Paestum: dalle celebri lastre dipinte rinvenute nella Tomba delle Danzatrici alle coppie di frontali e pettorali per cavalli, provenienti da una sepoltura ruvestina di un cavaliere di rango principesco, fino ai due crateri a mascheroni apuli dall’Ipogeo del Vaso di Dario di Canosa: vasi colossali la cui unica funzione doveva essere quella di costosissimi status symbol. Mentre, a dimostrazione modaiola dell’appartenenza sociale, si riconoscono le oreficerie: collane, bracciali, orecchini e altri gioielli quali ornamenti preziosi di ostentazione.
Infine, vi sono le meraviglie proprie delle 14 sale del Museo attigue al salone della Meridiana in cui è ospitata la collezione: spazi caratterizzati da pregiati sectilia a motivi geometrici e mosaici di età romana (come il pavimento circolare in opus sectile proveniente dal Belvedere della Villa dei Papiri di Ercolano), messi in opera nella prima metà dell’Ottocento, sottoposti a un intervento di manutenzione e pulizia. Va specificato, a tal proposito, che, per precauzione verso la pavimentazione, al pubblico è richiesto di indossare apposite calzature (al costo di 1,50 euro).
Collezione Magna Grecia del MANN
Museo Archeologico Nazionale
Piazza Museo, 19 – Napoli
a cura di Paolo Giulierini, Marialucia Giacco
progetto scientifico: Sapienza – Università di Roma, Enzo Lippolis con la collaborazione di Antonella Lepone, Chiara Maria Marchetti, Valeria Parisi, Rita Sassu
produzione, organizzazione e catalogo della collezione: Electa
orari: aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 19.00)
chiusura settimanale: martedì
biglietti:
intero: € 15
ridotto: € 2 per cittadini dell’UE tra i 18 e i 25 anni non compiuti
ridotto speciale per possessori di ArteCard (ingresso 50%) e accompagnatori degli abbonati OpenMANN ingresso gratuito per i minori di 18 anni e i possessori dell’applicazione 18app
ingresso gratuito nelle giornate previste nell’ambito della campagna ministeriale #IoVadoAlMuseo; per la visita alla collezione Magna Grecia, sarà necessario munirsi di apposite calzature al costo di € 1,50
info: www.museoarcheologiconapoli.it
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