Lucio Dalla, voce immortale

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Al Museo dell’Ara Pacis, fino al 6 gennaio 2023, la mostra dedicata al grande cantautore bolognese scomparso dieci anni fa. Tra i ricordi di Carlo Verdone e Renzo Arbore, una retrospettiva che restituisce la carriera, l’anima e quel suo gioioso approccio alla vita

Lucio Dalla è stato uno dei più influenti rappresentanti della scena artistica e musicale italiana e internazionale. Sono passati dieci anni dalla sua morte, avvenuta improvvisamente il 1° marzo 2012, eppure la sua è una presenza che ancora si sente, forte, nel panorama culturale nazionale. È questa la chiave di lettura della mostra a lui dedicata a Roma presso il Museo dell’Ara Pacis e che, non a caso, è intitolata Lucio Dalla – Anche se il tempo passa

“Lucio Dallla – Anche se il tempo passa”. Museo dell’Ara Pacis, Roma

Seconda tappa dopo Bologna (in programma anche Napoli, Pesaro e Milano), dal 22 settembre fino al prossimo 6 gennaio 2023, è l’occasione per rivivere nella Capitale la parabola esistenziale del cantautore, dell’attore, del raffinato collezionista d’arte e anche del bambino prodigio che, già piccolissimo, stupiva dai palcoscenici teatrali con le sue abilità istrioniche. Un vero e proprio percorso storiografico che cerca di restituire non solo la carriera, ma anche l’anima e quel gioioso approccio alla vita che hanno caratterizzato Lucio Dalla.

A presentare l’evento, il curatore Alessandro Nicosia, che ha fatto anche da moderatore durante la conferenza stampa, l’Assessore alla cultura del Comune di Roma Miguel Gotor, poi Andrea Faccani, Presidente della Fondazione Lucio Dalla, la cui stretta collaborazione è stata determinante per la riuscita dell’iniziativa, ma soprattutto due narratori d’eccezione: Carlo Verdone e Renzo Arbore.

“Lucio Dallla – Anche se il tempo passa”. Museo dell’Ara Pacis, Roma

Grazie ai loro racconti, ai ricordi dell’amicizia stretta con l’artista bolognese, emerge un carattere generoso che, però, sapeva anche imporsi e difendere quella che era la sua opera. Verdone, quando scrisse Borotalco (uscito nel 1982, lo definisce «Il film più importante della mia carriera»), andò a casa di Dalla per chiedergli se era possibile utilizzare la sua musica e la sua figura per quella commedia che, in tutta sincerità, gli venne presentata come “un omaggio”. Il cantante non lesse neanche il copione, si fidò dell’attore e regista romano (aveva già visto e apprezzato Un sacco bello e Bianco, Rosso e Verdone) e gli concesse alcuni testi da utilizzare liberamente. Ma andò su tutte le furie quando poi, per la presentazione della pellicola. la produzione decise di approfittarne a scopo pubblicitario, tanto che il nome di Lucio Dalla, sui manifesti promozionali, era perfino più grande di quelli di Carlo Verdone e Eleonora Giorgi, protagonisti principali. Ci fu una prima, burrascosa telefonata, quindi una seconda per riappacificarsi dopo che, andato in un cinema bolognese strapieno, potè vedere Borotalco (seduto per terra, i posti erano esauriti) rimanendone molto felice.

“Lucio Dallla – Anche se il tempo passa”. Museo dell’Ara Pacis, Roma

Renzo Arbore ha conosciuto Dalla addirittura da bambino, a Foggia: se lo vedeva arrivare in casa perché era il figlio della signora Melotti, modista che, carica di borse piene di vestiti, lo portava con sé quando presentava “le ultime novità da Bologna” (contenta la mamma di Arbore, un po’ meno il papà che quegli abiti doveva pagarli). Dunque un’amicizia ultradecennale che consente di fornire un accurato profilo di chi era Lucio Dalla: l’interesse condiviso per il jazz, per il clarinetto (strumento musicale-feticcio per entrambi), la curiosità sfrenata, la vita “dominata dalle passioni” come lo erano i motori e l’automobilismo o la squadra di calcio del Bologna e cui non esitava a dedicare testi scritti di slancio, come quello per Nuvolari. Amava moltissimo la musica napoletana, tanto da dire che Let it Be dei Beatles, in confronto a Era de maggio, poteva essere al massimo un jingle pubblicitario. Ma soprattutto, ci ha tenuto a sottolineare ancora Arbore, c’era in Lucio Dalla una fantasia sconfinata, vero motore della sua intera, straordinaria carriera.

La mostra riflette queste ricche sfaccettature, articolandosi in più sezioni che cercano di trasmettere un così forte eclettismo: la famiglia, l’infanzia, i primi passi in campo musicale, i suoi strumenti, il teatro, gli abiti, alcuni meravigliosamente bizzarri, e gli immancabili cappelli con cui celava una calvizie che lo metteva a disagio. Non mancano le locandine dei suoi film, tra cui spicca quella de I sovversivi dei Fratelli Taviani (1967) in cui Dalla interpreta l’irrequieto Ermanno, uno dei tanti militanti comunisti giunti a Roma per il funerale di Palmiro Togliatti. La carriera cinematografica viene abbandonata per dedicarsi completamente alla musica, i cui risultati sono ben visibili nella sala in cui suonano le sue canzoni più celebri, sono esposte le copertine dei suoi album e i dischi d’oro e platino vinti a più riprese. Troviamo perfino i testi dei suoi migliori pezzi, scritti di suo pugno sui fogli di stropicciati bloc-notes, le lettere, le riflessioni, le rime a testimoniare una personalità profonda, di grande sensibilità.

“Lucio Dallla – Anche se il tempo passa”. Museo dell’Ara Pacis, Roma. Foto Monkeys Video Lab

Interessante l’attenzione riservata alla fruizione dei contenuti da parte di persone con disabilità visiva e uditiva. Sono disponibili ausili dedicati, pannelli in braille e audio-descrizioni e, piacevole novità, degli schermi dai quali il performer Mauro Iandolo interpreta alcuni brani danzando e usando la lingua dei segni, così da permettere a chiunque di godere non solo delle parole ma anche dei ritmi di alcuni capolavori come 4 marzo 1943

Uno speciale capitolo dell’esposizione riguarda il rapporto di grande amore che lo legava a Roma, tanto da aver abitato per tutti gli anni Ottanta in una casa a Trastevere, in Vicolo del Buco, come ricorda sulla sua facciata una targa in travertino inaugurata nel 2017. Un’abitazione dove si circondava, come suo solito, di tanti amici e colleghi e in cui è nata una delle sue più belle canzoni, La sera dei miracoli. Le foto che lo ritraggono a spasso per la Città Eterna, impegnato a godere delle strade, dei paesaggi, poggiato sul parapetto del Ponte Cestio con lo sfondo dell’Isola Tiberina, ci riportano a un periodo d’oro della sua vita e non solo.
Roma lo ha ricambiato e lo ricambia anche oggi, a dieci anni dalla sua scomparsa, con un evento che per i visitatori, numerosi ne siamo certi, è un’occasione per riscoprire un artista e un poeta come pochi altri.

È la notte dei miracoli fai attenzione
Qualcuno nei vicoli di Roma
Ha scritto una canzone…

LUCIO DALLA – ANCHE SE IL TEMPO PASSA
dal 22 settembre 2022 al 6 gennaio 2023

Museo dell’Araca Pacis
Via di Ripetta, 180 – Roma

Orari: 9:30 – 19:30
Info e contatti: 06 0608; https://museiincomuneroma.vivaticket.itwww.mostraluciodalla.it