L’irripetibile talento del “Divino Guido” Reni e la sua riproducibilità

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Alla Galleria Corsini dal 16 novembre 2018 al 17 febbraio 2019 la mostra Guido Reni, i Barberini e i Corsini. Storia e fortuna di un capolavoro 

 

Guido Reni, Sant’Andrea Corsini, 1629-30 circa, olio su tela, cm 233 x 155, Firenze, Gallerie degli Uffizi

È un suggestivo, istruttivo e importante regalo quello che le Gallerie Nazionali di Arte Antica fanno a tutti gli appassionati di arte con la mostra Guido Reni, i Barberini e i Corsini. Storia e fortuna di un capolavoro: la possibilità di ammirare lo splendido Visione di Sant’Andrea Corsini di Guido Reni – commissionato dall’importante famiglia per la canonizzazione di un suo esponente vissuto nel Trecento ma avvenuta solo nel 1629 – in dialogo con altre stupefacenti opere che attestano il valore di cui non solo il quadro ma anche il suo autore già godevano all’epoca. 

La mostra. Foto Alberto Novelli

La canonizzazione di Andrea Corsini si compì sotto l’egida di Urbano VIII Barberini: il dipinto può, quindi, essere visto come un omaggio al Pontefice, visto che per tutto il Seicento e il Settecento la sua presenza è chiaramente documentata all’interno di Palazzo Barberini in via delle Quattro Fontane a Roma. Era, dunque, ancora nelle sue sale quando nel 1732 Clemente XII ne commissionò una copia ad Agostino Masucci: la ragione era permettere a Pietro Paolo Cristofari di realizzarne una versione su mosaico, destinata ad abbellire l’altare della lussuosa cappella Corsini all’inizio della navata sinistra della basilica di San Giovanni in Laterano. Questo perché in quel periodo era diffusa l’usanza di tradurre importanti opere pittoriche su supporti ritenuti maggiormente preziosi, come la seta, o in arazzi e mosaici.

Agostino Masucci, Sant’Andrea Corsini, 1733-1734, olio su tela, cm 233 x 155, Roma, Gallerie Nazionali Barberini Corsini

Ecco, dunque, come si giunge alla mostra: nel 1936 la Visione di Sant’Andrea Corsini aveva lasciato Roma per Firenze, a seguito di un doppio matrimonio Barberini – Corsini e attualmente fa mostra di sé agli Uffizi. L’eccellente replica di Agostino Masucci, invece, rimasta da sempre nella collezione del cardinale Neri Maria Corsini, è custodita nell’incantevole palazzo alla Lungara. Fino al 17 febbraio 2019 sarà dunque possibile ammirare entrambe le creazioni all’interno della cosiddetta Sala delle Canonizzazioni della Galleria Corsini di Roma. Ma non solo, l’irripetibile evento ospita anche un altro capolavoro di Guido Reni avente lo stesso personaggio come soggetto: un Sant’Andrea Corsini realizzato all’incirca 10 anni dopo, tra il 1635 e il 1640, conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna e restaurato per l’occasione. Questo ulteriore accostamento ci permette di seguire l’evoluzione dello stile pittorico del maestro bolognese che, partito da un elegante naturalismo memore della lezione caravaggesca, si dirigerà verso uno stile più rarefatto e diafano. 

Guido Reni, Sant’Andrea Corsini, 1635-1640 circa, olio su tela, cm 235 x 139, Bologna, Pinacoteca Nazionale

L’allestimento è, però, anche un’occasione per rivalutare l’immenso e poco conosciuto ai più talento di Agostino Masucci non solo grazie all’incredibile lavoro svolto sul capolavoro di Reni ma anche attraverso la riscoperta del grandioso Beata Caterina de’ Ricci e dei notevoli Ritratto di Clemente XII Corsini, Ritratto del Cardinale Neri Maria Corsini insieme a Padre Evora e altri prelati e Ritratto di Clemente XII e del Cardinale Neri Maria Corsini, quest’ultimo presente anche nella sua versione su mosaico eseguita da Pietro Paolo Cristofari. 

Agostino Masucci, Ritratto di Clemente XII e del cardinale Neri Maria Corsini, 1730 circa, olio su tela, cm 215 x 146, Roma, Biblioteca Corsiniana
Pier Paolo Cristofari (da Agostino Masucci), Ritratto di Clemente XII e del cardinale Neri Maria Corsini, 1730 circa, mosaico, cm 227 x 152, Roma, Gallerie Nazionali Barberini Corsini

L’interessantissimo percorso museale si conclude in una piccola sala da poco aperta al pubblico, dove sono esposti mirabili esempi del gusto dell’epoca per la riproduzione di opere d’arte.  È la conferma della reputazione di cui Guido Reni ha goduto nei secoli: prova ne sono il mosaico che rappresenta la Sibilla Persica di scuola reniana realizzato da Maria Moretti tra il 1730 e il 1740, il San Pietro Piangente dello Studio Vaticano del mosaico, gli arazzi che ritraggono La Vergine in Adorazione del Bambino dormiente o l’Addolorata, rispettivamente di Vittorio Demignont (1715) e di Manifattura del San Michele (1700-1750), tutti tratti da celebri lavori. È lo stesso pittore, in vita, si presterà a questo tipo di operazioni: prova ne è il toccante volto dell’Addolorata dipinto su rame, a sua volta tratto dalla sua Crocefissione posta nella chiesa dei Cappuccini di Bologna. 

Studio Vaticano del mosaico (da Guido Reni), San Pietro piangente, 1700-1750 circa, mosaico, cm. 102 x 89, Collezione privata
Guido Reni, Addolorata, 1617-18 circa, olio su rame ovale, cm 50 x 40, Roma, Gallerie Nazionali Barberini Corsini

Ma la più indiscutibile e deliziosa testimonianza dello status raggiunto dall’artista è data dal tenero Putto del 1629 e realizzato su affresco: il bambino dormiente doveva far parte di una più grande raffigurazione che Guido Reni non terminò. La parte dipinta venne, però, prontamente staccata, conservata e valorizzata da una sontuosa cornice realizzata appositamente: cosa non si era disposti a fare per possedere un’opera del “Divino Guido”?

Guido Reni, Putto, 1629
affresco staccato, cm 86x92x12, Roma, Gallerie Nazionali Barberini Corsini

Una fama che ha attraversato il tempo: basti pensare all’impressione che uno dei suoi celeberrimi San Sebastiano aveva suscitato su Oscar Wilde. Che, non a caso, in esilio scelse lo pseudonimo di Sebastian Melmoth: dopo l’esperienza del carcere sicuramente si sentiva un martire. E, altrettanto certamente, non aveva dimenticato quella tela su cui si erano posati i suoi occhi.

 

 

Guido Reni, i Barberini e i Corsini. Storia e fortuna di un capolavoro

GALLERIE NAZIONALI DI ARTE ANTICA – GALLERIA CORSINI Roma, via della Lungara 10

Orari: dal mercoledì al lunedì 8.30 – 19.00. La biglietteria chiude alle 18.00.
Biglietti: Intero 12 € – Ridotto 6 €
Il biglietto è valido dal momento della timbratura per 10 giorni in entrambe le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini. Gratuito: minori di 18 anni, scolaresche e insegnanti accompagnatori dell’Unione Europea (previa prenotazione), studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti, dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri ICOM, guide ed interpreti turistici in servizio, giornalisti con tesserino dell’ordine, portatori di handicap con accompagnatore, personale docente della scuola, di ruolo o con contratto a termine, dietro esibizione di idonea attestazione sul modello predisposto dal Miur.

Informazioni: comunicazione@barberinicorsini.org