Inge Morath. La vita. La fotografia.

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Palazzo Ducale di Genova accoglie, fino al 22 settembre, l’inedita grande retrospettiva italiana di Inge Morath: la prima fotografa dell’agenzia Magnum Photos

Ciò che appare, visitando le sale della mostra Inge Morath. La vita. La fotografia., al Palazzo Ducale di Genova fino al 22 settembre, è l’immagine nitida e pungente di una donna dalla forte sensibilità carismatica e intelligente, che ha avuto la determinazione e il coraggio di affermarsi in una disciplina all’epoca prettamente maschile. Sin dalle prime righe espresse nel pannello biografico di apertura dell’esposizione, emerge la visione ribelle di Inge Morath: nel 1937, visita la mostra Arte Degenerata, organizzata dal Partito Nazista per infiammare l’opinione pubblica contro l’arte moderna, rimanendo estasiata e colpita dalle opere. Più tardi scriverà: «Erano permesse solamente opinioni negative, iniziò così un lungo periodo di silenzi e di pensieri celati».

La mostra. Foto Giulia Giglio

Pensieri che la conducono nel dopoguerra a intraprendere una carriera come redattrice, assieme al fotografo Ernest Haas, amico e collega, che avvicina Inge al mondo della fotografia, delle storie giornalistiche e dell’agenzia Magnum Photos, dove entra come editor nel 1949, divenendone la prima reporter donna nel 1953. «Ho sempre voluto fare cose intellettuali», dichiara in un documentario proiettato lungo il percorso espositivo: una volontà che emerge chiaramente nella dedizione per lo strumento fotografico, nella ricerca compositiva e al tempo stesso espressiva, nella capacità di immergersi nelle culture dei luoghi visitati, imparandone non solo le tradizioni ma anche la lingua. 

Il costante equilibrio tra la composizione dello scatto e la dimensione intima dei soggetti ripresi caratterizza tutta la sua produzione artistica, fortemente influenzata dagli anni di collaborazione con Henri Cartier-Bresson, da cui acquisisce il concetto del “momento decisivo”. Elementi che si possono ritrovare in spazi e situazioni differenti: da Mrs. Nash e il suo autista, scattata nella Londra del 1953, a Neonato a passeggio sulla Fifth Avenue del 1958 o Beduini che ballano, ripresa a Baghdad nello stesso anno. 

La mostra. Foto Giulia Giglio

La mostra a Palazzo Ducale, curata da Brigitte Bluml-Kaindl, Kurt Kaindl e Marco Minuz, riflette perfettamente l’animo di Inge Morath, ponendo l’accento sulla sua vita e la sua personalità, senza perdere la narrazione del vasto repertorio fotografico. I reportage esposti, realizzati in Italia, Spagna, Stati Uniti, Iran, Inghilterra, Romania, Russia e Cina, raccontano i paesi e le persone visti attraverso lo sguardo delicato e femminile della fotografa, tanto quanto il lavoro e la passione con cui sono stati realizzati. Una dimensione intima e personale che viene enfatizzata nella sezione Roxbury: dodici scatti del vecchio granaio, riconvertito nel 1962 in atelier, archivio e camera oscura. Immagini che, sebbene siano prive di persone, hanno la capacità di catturare l’atmosfera e l’energia del luogo, mostrando visibilmente le tracce del suo lavoro.

Un lavoro intrapreso per tutta la vita, sino alla morte avvenuta improvvisamente nel 2002 al rientro da un viaggio tra Austria e Slovenia. Una ricerca che l’ha spinta a porsi come una «dilettante […] innamorata di quello che sto facendo, sempre stupita delle infinite possibilità di vedere e usare la macchina fotografica come strumento di registrazione».

Inge Morath. La vita. La fotografia.

Palazzo Ducale di Genova.
Loggia degli Abati, Piazza Matteotti.

21 giugno – 22 settembre 2019

Orari
Dal martedì al venerdì: 15 – 19
sabato, domenica e festivi: 11 – 19
La biglietteria chiude un’ora prima
Chiuso il lunedì
Aperto il 24 giugno e il 15 agosto

Biglietti
intero: 10 euro
ridotto: 8 euro
bambini e ragazzi fino a 14 anni: 4 euro

Visite guidate
A cura dell’Associazione Genova in mostra (sul sito il calendario completo)
info@genovainmostra.it
tel. 370 3289126
Costo: 8 euro

Info
palazzoducale.genova.it
tel. 199 1511121
info@mostramorath.it